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Un emendamento regionale

Alberghi e B&B
a rischio chiusura
Salvi in extremis

Un emendamento regionale
Salvati alberghi e B&B
Salvati alberghi e B&B
Salvati alberghi e B&B
Salvati alberghi e B&B

Fino a quattro giorni fa erano sull’orlo della chiusura a loro insaputa. Pare un paradosso, invece in oltre 200 fra alberghi, bed & breakfast e strutture ricettive veronesi stavano calando le serrande per ordine dei rispettivi Comuni, tenuti ad applicare la determina della Provincia in cui era approvato l’elenco delle strutture ricettive che non avevano presentato domanda di classificazione entro il termine perentorio del 31 marzo scorso.

IN PRATICA i Comuni già dalla prima settimana dello scorso luglio avrebbero dovuto ritirare la licenza a 223 strutture ricettive: 36 alberghi, 35 alloggi turistici, due case per vacanze, 32 unità abitative ammobiliate e 118 b&b. Nell’elenco figurano strutture che sono in città e in provincia, di paesi turistici del lago e di località montane del Baldo e della Lessinia, ma anche della pianura, tutti inesorabilmente classificati come «da chiudere» secondo la richiesta partita dalla Provincia lo scorso luglio e a cui i sindaci, attoniti, non sapevano che esecuzione dare, perché obbedire avrebbe potuto significare mettere sul lastrico intere famiglie e magari chiudere attività floride e in espansione.

SOLO IL 4 DICEMBRE l’approvazione in Consiglio regionale di un emendamento al collegato alla legge di stabilità regionale 2019, che riguarda la classificazione delle strutture ricettive, presentato dal presidente della prima Commissione Alessandro Montagnoli, e perorato dal consigliere regionale Stefano Valdegamberi, ha permesso di riaprire i termini, mettendo come ulteriore scadenza il 31 marzo 2019. È stato un sospiro di sollievo per centinaia di operatori turistici veronesi che avrebbero rischiato di pagare per colpe non loro. 

Vittorio Zambaldo

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