Diversa documentazione è stata acquisita dalla Guardia di Finanza nel corso delle perquisizioni nelle sedi di Volkswagen Italia, a Verona, e di Lamborghini, a Sant’Agata Bolognese. Nell’attività disposta dalla procura della Repubblica di Verona nelle due sedi sono state impegnati una cinquantina di militari delle fiamme gialle. A quanto risulta, non sarebbero state fatte visite ad abitazioni o altre realtà private. Tra le questioni al centro degli accertamenti disposti dalla procura scaligera, anche quella relativa alla conoscenza o meno nella filiale italiana, in particolare da parte del management, dei cosiddetti trucchi adottati in altre sedi per le emissioni sulle auto diesel.
Oltre al presidente del Cda, Luca De Meo, e all’amministratore delegato Massimo Nordio, sono indagati Paolo Toba, consigliere delegato dal 31 agosto 2015, Annamaria Borrega, procuratore dal settembre 2006 e rappresentante del gruppo, Rupert Johann Stadler, presidente del Cda di Volkswagen Italia dall’aprile 2013 al giugno 2015, Michael Alexander Obrowski, consigliere delegato dall’aprile 2013 all’agosto 2015. Nel decreto di perquisizione i magistrati veronesi hanno chiesto di procedere all’individuazione e al sequestro di «documentazione e supporti informatici» relativi alla commercializzazione dei veicoli fino al 30 settembre 2015. Stessa prassi anche per quanto riguarda la perquisizione nella sede della Lamborghini, a Bologna, in quanto socio unico della Volkswagen Group Italia.
«Volkswagen Group Italia e Automobili Lamborghini hanno collaborato, e continueranno a collaborare, con la massima trasparenza e apertura». Lo precisa una nota della società in cui si conferma che «oggi, su ordine della Procura di Verona, la Guardia di Finanza ha effettuato una perquisizione presso le sedi di Volkswagen Group Italia a Verona, e di Automobili Lamborghini (in qualità di Socio unico di Volkswagen Group Italia) a Sant’Agata Bolognese, nell’ambito delle verifiche relative ai motori Diesel del Gruppo Volkswagen.