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GLUTEN FREE

Pancia gonfia
nei bimbi, occhio
alle diete speciali

Fioriscono i regimi alimentari per i disordini addominali nei piccoli
Occhio alle diete «speciali»
Occhio alle diete «speciali»
Occhio alle diete «speciali»
Occhio alle diete «speciali»

Il bimbo ha la pancia gonfia e dolorante? Per quelli che vengono chiamati i «disordini addominali funzionali», che colpiscono ben il 20% dei piccoli, fioriscono diete speciali offerte anche in età pediatrica. Come quella senza glutine o a basso contenuto di Fodmap (carboidrati non assorbibili che fermentano nel colon). Occorre però cautela nell’impiego, soprattutto senza una diagnosi, e bisogna fare attenzione alle bufale. Il suggerimento arriva dalla Sip, Società italiana di pediatria. «Tutte le diete che escludono alcuni alimenti presentano dei rischi per i bambini», afferma la vicepresidente Sip Annamaria Staiano, «perché possono compromettere lo stato nutrizionale o l’equilibrio psicofisico. Pertanto devono essere veramente necessarie». Sulla dieta gluten free si sofferma Riccardo Troncone, dell’Università Federico II di Napoli. «È da osservare solo in caso di una diagnosi clinica di celiachia o di allergia al grano ig-E mediata. È invece stata invocata da più parti anche per contrastare i disordini addominali funzionali, patologie neurologiche, psoriasi, fibromialgia. In molti di questi casi l’evidenza della sua efficacia è a dir poco debole. Con l’aggravante che non è priva di rischi. I prodotti senza glutine infatti possono avere un minore contenuto di micronutrienti e un contenuto più elevato di grassi». Il regime nutrizionale a ridotto contenuto di Fodmap, invece, è basato su una riduzione o eliminazione degli alimenti contenenti questi carboidrati, caratterizzati da un’elevata resistenza alla digestione e lunga fermentazione nell’intestino. Si trovano in grano, segale, cipolle, carciofi, legumi, latte e prodotti caseari, miele, pere, mele, anguria, mango, funghi, cavolfiore, gomme da masticare. «Un solo studio ha riguardato l’età pediatrica» sottolinea Ruggero Francavilla, della Clinica Pediatrica dell’Università di Bari. «Inoltre queste diete, se non seguite correttamente, possono alterare la flora batterica intestinale, riducendo i batteri buoni».

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