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Una chiesa è nel mirino Il portavoce Rancani fiero

Alessandro Rancani
Alessandro Rancani
Alessandro Rancani
Alessandro Rancani

Quarant’anni, ragioniere programmatore attualmente in cerca di impiego. Alessandro Rancani, portavoce di Verona ai veronesi, è fiero dell’azione di volantinaggio contro la chiesa di San Giorgio in Salici. «Quei manichini non erano consoni al luogo», dice, come se fosse lui deputato a stabilire cosa bisogna o non bisogna mettere in una chiesa. «Va bene», aggiunge, «diciamo che io sono su posizioni di un cattolicesimo tradizionalista. Per questo, penso che una chiesa non possa diventare la sede di un partito». Ma nel comitato che raccoglie simpatizzanti o militanti dell’estrema destra, c’è un po’ di tutto. «Anche chi non crede. E la critica per la storia della via crucis dello stadio ci può anche stare», continua Rancani. «Ma noi certi conti li regoliamo all’interno del Comitato. Per la chiesa, invece, le cose sono diverse per il carattere spirituale della sua missione». Ma che politica fa questa formazione anti profughi apparsa un anno e mezzo fa nel Veronese? «Nel senso di partitica, nessuna», risponde Rancani. «Sono i partiti di destra che scimmiottano Verona ai veronesi, e lo fanno anche male. Il nostro Comitato non partecipa alle campagne elettorali. Io stesso non darò alcuna indicazione di voto». Rancani ha una visione delle cose alternativa, insomma. Come quando, a un certo punto, dice che questo articolo è stato commissionato dalla Digos. Ecco, quando si dice un visionario. L.G.

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