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Per il programma di Sboarina

No ai libri «gender»
Verona diventa
un caso nazionale

Sboarina la notte dopo il ballottaggio del 25 giugno
Sboarina la notte dopo il ballottaggio del 25 giugno
Sboarina la notte dopo il ballottaggio del 25 giugno
Sboarina la notte dopo il ballottaggio del 25 giugno

Stanno sollevando polemiche alcuni passi del programma elettorale del neo sindaco di Verona, Federico Sboarina il quale prevede, in una sua parte, il «contrasto alla diffusione delle teorie del gender nelle scuole» e il «ritiro dalle biblioteche e dalle scuole comunali o convenzionate (nidi compresi) dei libri e delle pubblicazioni, che promuovono l’equiparazione della famiglia naturale alle unioni di persone dello stesso sesso».

Nel programma figura anche «l’impegno a respingere ogni iniziativa (delibere, mozioni, ordini del giorno, raccolta firme, gay pride, ecc.) in contrasto con i valori della vita, della famiglia naturale o del primario diritto dei genitori di educare i figli secondo i propri principi morali e religiosi».

Tra le critiche quella dell’Associazione italiana biblioteche, che parla di «minacce di censura» e del presidente dell’Associazione Italiana Editori (Aie), Ricardo Franco Levi, che ha inviato una lettera alla neo presidente dell’Aib, Rosa Maiello, nella quale rileva che «le parole ritiro dei libri dalle biblioteche, dalle scuole e persino dai nidi d’infanzia non sono mai accettabili per nessuna ragione». «Mi auguro che - aggiunge Levi - il sindaco di Verona riveda il suo programma. Invece del ritiro dei libri, potrà impegnarsi a fornire le risorse per arricchire le collezioni delle biblioteche, comprese quelle scolastiche. E per la scelta dei libri si fiderà della professionalità, sensibilità pluralista, competenza e passione dei bibliotecari e degli insegnanti veronesi».

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