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I classici come modello
per costruire l’Europa

Le azioni civili del progetto «Classici Contro 2017. Utopia (Europa)» giungono al teatro Ristori con un incontro in programma questa sera alle 20.30. L’evento è aperto a tutti ed è organizzato dal liceo classico Scipione Maffei e dal Dipartimento di Culture e Civiltà dell’Università di Verona, in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Territoriale di Verona e con il patrocinio del Comune.

Il progetto è stato ideato da due docenti dell’Università Ca’ Foscari di Venezia (Alberto Camerotto e Filippomaria Pontani) e sotto la loro guida è ora divenuto un patrimonio di incontri e di dibattiti ormai condiviso non solo a livello regionale. Si parla quest’anno di «Utopia Europa», ovvero di come si diventa cittadini europei con la scuola, la cultura, la musica, il teatro.

Introduce la serata Roberto Fattore, preside del Maffei, insieme alla professoressa Chiara Ferrarese, che hanno organizzato l’evento con la collaborazione del professor Andrea Rodighiero, dell’Università di Verona. Il progetto mira a unire università, ricerca, scuola e azione civile, e quest’anno arriverà in tutta Italia: oltre al Veneto (e al Teatro Olimpico di Vicenza), fino a Torino e a Palermo. In discussione sono i problemi più attuali dell’Europa di oggi, e, ragionando sulle prospettive future, sull’utopia di un’Europa unita, tutta ancora da costruire come vediamo dai problemi di questi giorni. La sfida è di provare a pensare il futuro con tremila anni di idee europee, tra Omero, Socrate e il grande laboratorio della democrazia dell’Atene classica. È soprattutto la Grecia che con i suoi miti e l’eredità della sua lingua si fa simbolo delle origini della nostra cultura.

Inizia questo percorso Carmine Catenacci, professore di Letteratura greca all’Università di Chieti-Pescara, che spiega sulla scena, dal mondo antico a oggi, la celebre metafora europea della nave Stato, a volte «in gran tempesta». È il simbolo di una comunità che deve collaborare per la riuscita di un’impresa esposta a rischi e imprevisti, anche mortali: la nave e la navigazione offrono terreno fertile di comparazione per la polis, la sua articolazione sociale, i pericoli che si trova ad affrontare. L’impiego della metafora della nave in ambito politico ha generato consuetudini lessicali, luoghi comuni e provocazioni intellettuali, riflessioni teoriche ed elaborazioni poetiche. Alvaro Barbieri, docente di Filologia romanza all’Università di Padova, ci condurrà lungo i sentieri e i percorsi delle foreste e delle selve medievali, alla ricerca di modelli perduti e di una «utopia al contrario»: il ‘luogo’ dove gli eroi delle saghe e dei romanzi cavallereschi si incontrano è anche un ‘tempo’ nel quale i valori come il coraggio e il rispetto hanno trovato la loro massima espressione, sia pure dentro un orizzonte di confronto e di disputa anche violenti.

Elena Rama e Davide Adami, docenti di Storia dell’Arte al Liceo Maffei, ci condurranno per altre vie, dove la traccia e il ruolo degli uomini risultino più evidenti e marcati rispetto ai sentieri dei boschi. Esiste una ‘città ideale’? E se sì, dove e quando è stata immaginata? E in che forma? Certamente i ‘luoghi ideali’, i luoghi utopici nei quali abitare non mancano in questa nostro Continente-Europa. Chiuderanno la serata le parole di Stefano Quaglia, dirigente dell’Ufficio Scolastico con una riflessione dal titolo «La lingua della città fra Chaos e Kosmos».

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