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L'intervista

Moretti: «Io nella bufera come Schlein. Lei ha il suo stile e deve andare avanti così»

di Elisa Pasetto
La segretaria Pd criticata per la consulente di armocromia. Nove anni fa successe lo stesso alla eurodeputata veneta per un aggettivo
Alessandra Moretti
Alessandra Moretti
Alessandra Moretti
Alessandra Moretti

Sono passati nove anni. E tanta acqua sotto i ponti. Eppure è bastata una fugace risposta in una lunga intervista a Vogue per dare fuoco alle polveri. «Le mie scelte di abbigliamento? In generale dico sì ai colori e ai consigli di un’armocromista», racconta la segretaria del Pd Elly Schlein, che confessa di servirsi di una (super)consulente che cura la sua immagine. Apriti cielo.

Nel 2014 nel turbinio di polemiche ci era finita Alessandra Moretti: avvocato, già vicesindaco a Vicenza, poi deputata, era allora – fresca vincitrice delle primarie del Pd – contrapposta a Luca Zaia nella corsa alla presidenza della Regione Veneto. «Donne in politica, sì ma anche “ladylike“, cioè femminili, che piacciano», la frase incriminata pronunciata dall’eurodeputata, che rimarcava come lei, nonostante i tanti impegni dell’agone politico, dall’estetista, o dal parrucchiere, ci andasse regolarmente. Nulla di strano, verrebbe da dire. Invece fu travolta dalle critiche.

 

Moretti, come ricorda la bufera scatenata da quell’intervista?

In realtà era un’intervista sincera e spontanea che rivendicava il diritto di essere se stessi. Una donna è libera di esserlo, di esercitare la propria leadership nel modo che reputa più vicino alle sue attitudini e al suo stile. La libertà delle donne resta un tema centrale nel nostro Paese. Invece è stato un pretesto per un attacco politico. La stessa cosa che sta accadendo ora con Elly Schlein.

 

Quindi il famoso «ladylike» è stato equivocato?

Quell’intervista destò scalpore e scandalo, quando io semplicemente sostenevo che per me la politica fatta dalle donne deve distinguersi anche nei toni, nei modi, nella capacità di investire nel dialogo, nel riconoscimento della posizione dell’altro e non appiattirsi sul modello maschile che, a mio avviso, già allora non mieteva tanti successi. Io invece confido molto nella leadership femminile: quando Meloni è diventata presidente del Consiglio sono stata una delle poche che lo ha definito un passo in avanti. Di Schlein ho sempre apprezzato la tenacia e la determinazione.

 

Donne in politica nel mirino, dunque?

Nel nostro Paese c’è un evidente problema con la leadership al femminile: le donne che rivestono un ruolo danno molto fastidio. Dominano ancora misoginia e maschilismo. E accade sia a destra che sinistra: quando Meloni si è insediata come premier è stata presa di mira per il look. In Italia si fatica a riconoscere il potere e la responsabilità delle donne, ma soprattutto ad accettare che una donna sia ciò che vuole essere.

 

Nel caso della Schlein quell’uscita sta innescando un caso politico. Si parla di chat, anche in ambiente dem, con commenti piuttosto infastiditi in proposito. Potrebbe costarle cara?

Non credo, come non credo che nel mio caso abbia pesato sul risultato elettorale in Veneto: se alle urne non ho vinto è perché il mio partito non era così radicato nel territorio e perché ero un a donna giovane, con alle spalle una serie di battaglie precise sui temi delle donne, i diritti, i bambini stranieri, l’immigrazione.

 

A proposito di consulente d’immagine, cosa pensa dello stile della Schlein?

Ha uno stile riconoscibile nei colori, nelle giacche che sceglie, nella sua semplicità e spontaneità. E credo che debba continuare ad essere se stessa: parlare alla gente attraverso le sue proposte politiche, certo, senza prescindere dall’immagine che dà e che comunica all’elettorato. Ma questo vale per le donne come per gli uomini.

 

Eppure per gli uomini, in politica, non si indugia mai su determinati argomenti. Da eurodeputata, ci dica: nelle istituzioni europee le cose vanno diversamente?

Non esiste un dress code per il parlamento Europeo, c’è molta meno attenzione su queste questioni del tutto marginali, utilizzate semmai per attaccare qualcuno che è in fase di ascesa. E Schlein si sta prendendo cura di un partito che era in un momento di grande difficoltà e lo sta ricostruendo faticosamente con pazienza, capacità di ascolto, ma anche con coraggio e determinazione, tutte caratteristiche che le donne possiedono. Ma a pensarci bene anche Sanna Marin, la premier finlandese uscente, è stata massacrata perché è una donna giovane e bella (travolta dallo scandalo delle foto in cui è ritratta mentre danza divertendosi, in un momento privato, ndr).

 

Ancora nel 2023 la ricerca della femminilità viene scambiata per vanità, superficialità, civetteria...

Mia nonna era una donna semplice, ma non si scordava mai di mettere un po’ di rossetto sulle labbra, proprio come Nilde Iotti. Da piccola mi ripeteva che per prendersi cura degli altri, bisogna prendersi cura di se stesse. E siccome le donne si sobbarcano una grande responsabilità di cura nei confronti della famiglia e dei più fragili, credo abbiano il diritto di sentirsi bene con se stesse.

 

Pensa cambierà qualcosa per le donne nel prossimo futuro?

Io credo molto nelle giovani generazioni: hanno la determinazione di rivendicare la propria personalità. Rassegnatevi, maschilisti di destra e di sinistra: stiamo crescendo una generazione di donne libera dalle sovrastrutture che tentano di schiacciare la loro voglia di ambire a posizioni di responsabilità e di potere.

 

Elly Schlein
Elly Schlein

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