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MUSICA

Nek, Pezzali e Renga
«Siamo una boy
band per adulti»

A Bologna la prima tappa del tour a tre partito all'insegna del tutto esaurito. Stasera e domani a Brescia. «Abbiamo scelto le canzoni che dobbiamo fare per forza, sennò rischiamo che i fan ci righino la macchina» Tra il pubblico, tante famiglie anche con bambini.
I tre cantanti insieme sul palco
I tre cantanti insieme sul palco
Max Nek Renga - il tour / prima data a Bologna (video Brusati)

BOLOGNA «Siamo la prima boy band per adulti». Le parole di Nek fanno sorridere Max Pezzali e Francesco Renga, sul palco della Unipol Arena per la prima tappa di un tour a tre, partito all'insegna del tutto esaurito. A Bologna, l'esordio dopo la data zero di Jesolo, non c'erano più biglietti disponibili; stessa cosa stasera a Brescia, dove si replica domani (alle 21) al Brixia Forum. Poi la "carovana" con i cantautori pop di Sassuolo (Nek), Pavia (Max) e Brescia (Renga) passerà da Genova (25 gennaio), Torino (26 - tutto esaurito - e 27 gennaio), Mantova (12 e 13 febbraio), Padova (16 febbraio), ancora Bologna (23 febbraio), Conegliano (16 aprile) e Milano (19 e 20 aprile), prima di finire - siamo pronti a scommetterci - all'Arena di Verona, per uno spettacolo che diventerà uno show televisivo, stando almeno alle intenzioni di F&P Group che produce e organizza il tour.

LA SCALETTA. «Abbiamo scelto le canzoni che dobbiamo fare per forza, sennò i fan ci rigano la macchina», confessa Pezzali. «E non è stato facile decidere chi canta cosa», ammette Nek. «Non volevamo che i brani fossero tutti a tre voci», spiega Renga, chiamato dagli altri due Fra'. «Così ci sono canzoni eseguite a una, a due e a tre, a seconda di come viene meglio». L'elemento più importante? Risponde Nek: «Il nostro tecnico che cura gli schermi dove scorrono le parole: è servito, riverito e coccolato, perché se si bloccano quei monitor lì, è la fine... Mica ci ricordiamo tutte le parole dei brani!». Così a tre voci ci sono l'inedito "Duri da battere" e poi "Cambio direzione", "Fatti avanti amore", "Gli anni", "Il mio giorno più bello...".

IL PUBBLICO. Molte donne, tante coppie, tantissimi ragazzi e pure diversi bambini: dai tre ai cinquant'anni, gli italiani ci sono tutti o quasi. Il pubblico di Fil (Filippo Nek Neviani), Fra' e Max è quello delle famiglie e a fornire gli inni intergenerazionali ci pensa Pezzali. Le sue canzoni sono le più partecipate ma ognuno dei tre ha una collocazione precisa che supporta quella degli altri due: per esempio in "Guardami amore" di Renga, Nek si ritrova a suonare il basso. Ognuno ha poi un proprio pubblico e in questo tour si interseca senza problemi.

IL FEELING. Se si può dire che l'amalgama vocale non ha sempre funzionato (Renga può cantare qualsiasi cosa ma non i brani-icona di Pezzali; Nek è un animale da palcoscenico e duetta alla grande con gli altri due; Max non ha l'estensione di Fra' ma porta in dote le hit), a fare scintille è l'interplay, fra battute e siparietti. E le cose non possono che migliorare, da qui in avanti, concerto dopo concerto. Lo show televisivo finale (quello dall'Arena, per intenderci) li vedrà al top. «Non ci fosse stato, a monte, un feeling tra di noi», confessa Nek, «non avremmo neppure iniziato questo progetto. A testimonianza di questo legame, vi basti pensare che la scenetta della chitarra, con Max che arriva con l'acustica e la passa a Fra', ci è venuta spontanea». I tre si sfottono che è un piacere. Hanno un contapassi addosso e alla fine dello show mostrano i chilometri percorsi: Max è quello che ha corso meno e le battute si sprecano. Poi Renga prende in giro Nek, ossessionato dal suo basso elettrico.

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Giulio Brusati

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