<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Gli irpini sull'agguato

L'Avellino: Ci spiace
Poi punta il dito
contro i cori gialloblù

L'auto dell'Hellas distrutta dai tifosi
L'auto dell'Hellas distrutta dai tifosi
L'auto dell'Hellas distrutta dai tifosi
L'auto dell'Hellas distrutta dai tifosi

Le istituzioni sportive considerino il comportamento «sempre meritevole» dei sostenitori dell’Avellino e non penalizzino l’intera tifoseria, che con i singoli autori dell’aggressione ai dirigenti del Verona, avvenuta lo scorso sabato pomeriggio nei pressi dello stadio «Partenio-Lombardi», non ha nulla a che vedere. È questo l’appello, «accorato» che l’Us Avellino lancia al Comitato per la sicurezza delle manifestazioni sportive.

 

Si teme la chiusura della Curva Sud dell’impianto avellinese per la prossima partita interna contro il Vicenza e il divieto di trasferta per i tifosi avellinesi nella gara di sabato prossimo a Cittadella (in provincia di Padova). I vertici del sodalizio irpino, ribadiscono la ferma condanna che ha portato alla denuncia per violenza privata aggravata e danneggiamento di 8 ultras bianco-verdi, ma precisano che «il gesto deprecabile e isolato non può penalizzare un’intera tifoseria» e, ancora, produrre disparità di valutazione: «Quali dovrebbero essere allora i provvedimenti nei confronti della tifoseria veronese - si legge nella nota - che per l’intera partita, anzichè sostenere la propria squadra, ha intonato cori offensivi, facendo riferimento al disastro del terremoto in Irpinia del 1980, una ferita ancora aperta per le nostre popolazioni?».

 

I dirigenti dell’Avellino polemizzano anche con i dirigenti del Verona, presenti allo stadio che, di fronte ai cori offensivi e discriminatori, «che fanno male quanto un atto di violenza, non hanno sentito il dovere di scusarsi».

L.M.

Suggerimenti