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IL PERSONAGGIO. La Palazzo parteciperà alle paralimpiadi e sfiderà le migliori nei 200 sl

Il magico mondo
di Xenia «Io a Rio?
È un miracolo»

Xenia Palazzo insieme a Gregorio Paltrinieri
Xenia Palazzo insieme a Gregorio Paltrinieri
L'intervista a Francesca Palazzo

Ha qualcosa di speciale Xenia Francesca Palazzo. Ottima sportiva, umanamente straordinaria. La sua acquaticità la trascina a Rio dove l’11 settembre sfiderà il meglio che i 200 stile libero mondiale possa offrire. Ha raggiunto il traguardo paralimpico «insperato se ripenso alla scorsa estate», dice, e per questo ancora più eclatante, bello, entusiasmante. «Mettiamola così. Un anno fa ero persa, i dolori muscolari mi stringevano le gambe e le braccia, se spingevo con il delfino poi stavo un mese a letto. Gli amici mi hanno rimesso in sesto». Li elenca. «I medici dello Iapinor, l'International Academy of Posture and Neuromyofascial Occlusion Research. Mio fratello Misha, 14 anni ma sicuro atleta per Tokio, il mio punto di riferimento in acqua. Marcello Rigamonti mi segue da sempre, ha contattato tutti per farmi tornare in forma. E poi i miei genitori, mi seguiranno a Rio».

Xenia e il suo racconto sportivo-solidale comprende anche l’Astra Zeneca, l’azienda anglo-svedese dove lavora papà Giovanni e che a questa famiglia che ha una figlia davvero speciale, ha sponsorizzato il volo per la città carioca. «Li ha obbligati ad accettare il biglietto aereo, un regalo che hanno fatto indirettamente a me. Temevo di esser sola con me stessa, ho bisogno di calore, non ci sarà Marcello e quello dei mie compagni di squadra non mi basta. Con i miei genitori al mio fianco mi sento decisa, determinata. A Rio mi giocherò tutto, anche se il mio 2’19.15 di Lignano è lontanissimo dal 2’02 della primatista. Punto a battere chi viaggia intorno ai 2’15, ma ancora non sappiamo quanto e quali saranno i partecipanti nella S14 (disabilità intellettiva e relazionale)».

Di sicuro non ci saranno i russi che il Comitato Paralimpico ha deciso di escludere per il doping.

Xenia ha raggiunto la squadra paralimpica, con cui ha partecipato al recente raduno al Centro Federale di Ostia. «Una sera ci hanno organizzato la sorpresa. Ci hanno detto “dai, correte, fate in fretta, vedrete chi è venuto a trovarci, a farci l’ in bocca al lupo, a raccontare della sua esperienza a Rio”, ma io come facevo a correre con le stampelle. Trovarmi davanti Gregorio Paltrinieri è stata un’emozione non da poco, guardare negli occhi il numero uno del nuoto mondiale che vale molto come gente come Peaty, Hosszu, Phelps. Mi è piaciuto che mi abbia riconosciuta».

Felice, incredula se pensa a come si sentiva un anno fa. Xenia è praticamente rinata. «Mi allenavo, e invece di migliorarmi, soffrivo le pene dell’inferno fuori dalla vasca. Andavo a letto dolorante, avevo crampi continui che solo l’acqua riusciva ad alleviare. Rigamonti ha cercato un aiuto, sono arrivati i medici dello Iapinor che lavorano su tutto il territorio italiano. Hanno cambiato la mia vita. Nei 200 non mi sbloccavo da tre anni nei 400 in vasca corta era da 4 anni che non miglioravo, poi è arrivato il 4’48”17. Sono tornata a esultare in acqua e i dolori si sono alleggeriti».

Anna Perlini

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