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"Nel mondo, ogni sette secondi, una ragazza viene tagliata". Un messaggio forte, esplicito, per rappresentare senza giri di parole un problema che riguarda milioni di donne nel mondo: le mutilazioni genitali femminili (MGF). Ogni anno circa tre milioni di bambine sotto i 15 anni, e contro la loro volontà, subiscono l'incisione o l'asportazione, totale o parziale, dei genitali esterni <a href="https://www.unicef.it/doc/371/mutilazioni-genitali-femminili.htm">(fonte Unicef)</a>. In tutto sono più di 200 milioni le donne vittime di questa pratica: la maggior parte risiede in 29 paesi africani, mentre una minoranza vive nei paesi asiatici a predominanza islamica. L'attivista, scrittrice e modella somala Waris Dirie, fondatrice dell'organizzazione <a href="https://www.desertflowerfoundation.org/en/our-goals.html">Desert Flower Foundation</a>, si è unita al brand di lingerie Coco de Mer per una campagna che ha l'obiettivo di alzare l'attenzione verso un problema di cui si parla ancora poco.Nata in Somalia nel 1965, Waris Dirie ha subito la mutilazione genitale a 5 anni. A 13 anni è fuggita dal paese per evitare un matrimonio combinato. E dal 2002 con la sua associazione Desert Flower Foundation gira il mondo per raccontare la sua esperienza personale, attivare progetti contro la MGF e raccogliere fondi a sostegno delle bambine e donne vittime di questa violenza.Nel video della campagna, realizzato da Rankin, le protagoniste stringono tra le mani una protea, fiore simbolo di cambiamento e trasformazione. L'obiettivo della campagna – che devolverà gli incassi della <a href="https://www.coco-de-mer.com/?v=cd32106bcb6d">collezione Icons</a> all’associazione di Waris Dirie – è affermare chiaramente che questa pratica disumana non ha nulla a che vedere con la religione, né tantomeno con la medicina. Ma fonda le sue radici sull'ineguaglianza di genere. Le mutilazioni genitali femminili sono un rischio fisico e psicologico per la salute delle bambine; una palese violazione dei diritti delle donne e quindi dei diritti umani.Waris Dirie e Coco de Mer si prefiggono inoltre di raccogliere <a href="https://www.desertflowerfoundation.org/endfgm/index.php">10 milioni di firme entro la fine del 2019</a>, e presentarle al Segretario generale delle Nazioni Unite con lo scopo di attuare delle iniziative concrete per eliminare definitivamente la MGF(a cura di Marisa Labanca)

Verso l'8 Marzo, Waris Dirie e Coco de Mer contro la mutilazione genitale femminile

"Nel mondo, ogni sette secondi, una ragazza viene tagliata". Un messaggio forte, esplicito, per rappresentare senza giri di parole un problema che riguarda milioni di donne nel mondo: le mutilazioni genitali femminili (MGF). Ogni anno circa tre milioni di bambine sotto i 15 anni, e contro la loro volontà, subiscono l'incisione o l'asportazione, totale o parziale, dei genitali esterni (fonte Unicef). In tutto sono più di 200 milioni le donne vittime di questa pratica: la maggior parte risiede in 29 paesi africani, mentre una minoranza vive nei paesi asiatici a predominanza islamica. L'attivista, scrittrice e modella somala Waris Dirie, fondatrice dell'organizzazione Desert Flower Foundation, si è unita al brand di lingerie Coco de Mer per una campagna che ha l'obiettivo di alzare l'attenzione verso un problema di cui si parla ancora poco.Nata in Somalia nel 1965, Waris Dirie ha subito la mutilazione genitale a 5 anni. A 13 anni è fuggita dal paese per evitare un matrimonio combinato. E dal 2002 con la sua associazione Desert Flower Foundation gira il mondo per raccontare la sua esperienza personale, attivare progetti contro la MGF e raccogliere fondi a sostegno delle bambine e donne vittime di questa violenza.Nel video della campagna, realizzato da Rankin, le protagoniste stringono tra le mani una protea, fiore simbolo di cambiamento e trasformazione. L'obiettivo della campagna – che devolverà gli incassi della collezione Icons all’associazione di Waris Dirie – è affermare chiaramente che questa pratica disumana non ha nulla a che vedere con la religione, né tantomeno con la medicina. Ma fonda le sue radici sull'ineguaglianza di genere. Le mutilazioni genitali femminili sono un rischio fisico e psicologico per la salute delle bambine; una palese violazione dei diritti delle donne e quindi dei diritti umani.Waris Dirie e Coco de Mer si prefiggono inoltre di raccogliere 10 milioni di firme entro la fine del 2019, e presentarle al Segretario generale delle Nazioni Unite con lo scopo di attuare delle iniziative concrete per eliminare definitivamente la MGF(a cura di Marisa Labanca)