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"Abbiamo sentito un botto e la casa oscillare da una parte all'altra. Abbiamo pensato a un terremoto". La signora Lina e il marito abitano in una casa vicino al ponte Morandi da circa 40 anni, "ma è da trenta - dicono i coniugi - che si vocifera quanto quel ponte non fosse sicuro". I due sono ospiti del Centro Civico Buranello, allestito dalla Protezione Civile con brande e generi alimentari come punto di raccolta e smistamento di coloro che hanno dovuto lasciare casa dopo il crollo del ponte. Non tutti gli ospiti sono però sfollati dalle loro abitazioni: Idriss Afifi e Nenad Vatovic sono due camionisti che si trovavano sul viadotto al momento del suo collasso: "Non hai tempo per pensare alla paura ma - dice Afifi - è stato come guardare un film". "Il mio pensiero - spiega il collega Vatovic - va a chi non c'è più. Io sono vivo, ho anche preso i miei vestiti dalla cabina prima di scendere. Per chi è morto mi dispiace tanto". di Andrea Lattanzi

Genova, tra gli sfollati del viadotto: "La casa ha ballato come in un terremoto"

"Abbiamo sentito un botto e la casa oscillare da una parte all'altra. Abbiamo pensato a un terremoto". La signora Lina e il marito abitano in una casa vicino al ponte Morandi da circa 40 anni, "ma è da trenta - dicono i coniugi - che si vocifera quanto quel ponte non fosse sicuro". I due sono ospiti del Centro Civico Buranello, allestito dalla Protezione Civile con brande e generi alimentari come punto di raccolta e smistamento di coloro che hanno dovuto lasciare casa dopo il crollo del ponte. Non tutti gli ospiti sono però sfollati dalle loro abitazioni: Idriss Afifi e Nenad Vatovic sono due camionisti che si trovavano sul viadotto al momento del suo collasso: "Non hai tempo per pensare alla paura ma - dice Afifi - è stato come guardare un film". "Il mio pensiero - spiega il collega Vatovic - va a chi non c'è più. Io sono vivo, ho anche preso i miei vestiti dalla cabina prima di scendere. Per chi è morto mi dispiace tanto". di Andrea Lattanzi