Verdi, Puccini e Donizetti pagine di ardenti passioni
Un concerto votato alle passioni ardenti quello che Verona Lirica ha offerto domenica nella cornice del Teatro Filarmonico. Le dominatrici del programma, non a caso, sono state le appassionate partiture di Giacomo Puccini, seguite dai romantici drammi di Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti e Umberto Giordano. Ma, nel corso del pomeriggio (presentato da Davide Da Como), ha trovato spazio anche una duplice leggerezza, quella brillante di Rossini e quella malinconica di Franz Lehár. Ad accompagnare i tre cantanti, il pianista Roberto Corlianò e il Quartetto d’archi dell’Arena di Verona, composto dai violinisti Günther Sanin e Mirela Lico (la quale ha festeggiato suonando il proprio compleanno), dalla violoncellista Sara Airoldi e dal violista Luca Pozza, che ha curato gli arrangiamenti di tutti i brani. La quota più solare del concerto è stata affidata al timbro latino e schiettamente tenorile di Eduardo Aladrén, che ha celebrato la sua terza esibizione per Verona Lirica mettendosi al servizio di due innamorati, l’ingenuo Ruggero de «La rondine» e il principe Sou-Chong de «Il paese del sorriso», dei quali ha, rispettivamente, proposto l’aria «Parigi! È la città dei desideri» e la celebre romanza «Tu che m’hai preso il cuor». Il baritono Massimo Cavalletti ha invece siglato il proprio applaudito debutto sul palco del Teatro Filarmonico prestando la sua voce torrenziale e poderosa alle cavatine di Figaro («Largo al factotum» da «Il barbiere di Siviglia») e di Severo («Decio, signor del mondo… Di tua beltade immagine» da «Poliuto»), prima di interpretare uno dei più bei personaggi maschili verdiani, Rodrigo di Posa, ed eseguire con Don Carlo/Aladrén il duetto «Dio che nell’alma infondere». Dopo essersi cimentata nelle raffinate agilità con cui Violetta sigla la conclusione del primo atto de «La traviata» (dalla scena «È strano!... è strano!...» all’inebriante cabaletta «Sempre libera») e nel virtuosistico bolero di Elena ne «I vespri siciliani» («Mercé, dilette amiche»), il soprano Cinzia Forte si è calata con profondo coinvolgimento emotivo nei panni di Madama Butterfly e Lucia di Lammermoor per duettare, rispettivamente, con il tenore e il baritono. • © RIPRODUZIONE RISERVATA