Il miglior grano del Paese
è in un campo di tre
Dietro a un campo di grano c’è una filiera che parte dalle multinazionali che creano le varietà, passa attraverso le aziende che le selezionano, testano e moltiplicano, e arriva poi alle sementi finali, quelle utilizzate dall’agricoltore.
Nel mezzo di questa filiera c’è l’attività del gruppo Manara di Ca’ degli Oppi, azienda con sessant’anni di attività alle spalle e un fatturato di oltre 65 milioni e che, col suo granaio riproduttivo, serve il 22% dei cereali seminati in Italia. Non si tratta solo di «moltiplicare» ma anche di studiare le varietà, individuare quelle più resistenti che andranno a inserirsi nel catalogo anno dopo anno, prendendo il posto di quelle non più adatte ad areale, meteo, malattie.
La sua attività, il gruppo Manara la racconta anche quest’anno attraverso un campo dimostrativo di tre ettari che si trova a Legnago e nel quale sono testate le sementi più produttive del Nord Italia. Il campo sarà aperto ad aziende agricole, operatori e clienti venerdì 20 maggio. Sono in totale 32 le varietà, di grano duro, grano tenero, orzo e triticale, sulle quali in questi mesi gli agronomi dell’azienda veronese hanno eseguito test di laboratorio, studiando le reazioni rispetto a germinabilità e produttività, all’andamento climatico, alle piogge, alla diffusione delle patologie. Ci sono, ad esempio, le novità dei grani duri Sygenta, Babylon e Obelix e le due regine del grano tenero, Solehio e Basmati.
«Le multinazionali creano varietà sempre nuove, più resistenti a malattie, caratteristiche avverse del terreno e ad altri elementi sfavorevoli, al fine di arrivare alla coltura tipo», spiega Enrico Caucchioli, agronomo e responsabile delle sementi per il gruppo Manara. «Tuttavia», aggiunge, «ogni anno le caratteristiche dell’ambiente esterno cambiano, e noi dobbiamo testare le varietà individuando quelle più resistenti». L’ultima annata, ad esempio, era iniziata male, con una siccità che si era protratta per una quarantina di giorni. Ma negli ultimi mesi le piogge sono tornate, favorendo la maturazione delle spighe, «tant’è che si prevedono buone produzioni per tutte le varietà, tranne in alcune dove l’acqua ha provocato una eccessiva crescita vegetativa», sottolinea Caucchioli. Nel campo dimostrativo di Legnago è possibile osservare anche il differente sviluppo che ha caratterizzato le varietà sottoposte a trattamenti fitosanitari, rispetto alle altre che sono state invece colpite da malattie.
«Quando abbiamo progettato il campo», aggiungono Fabio e Luciano Manara, alla guida del gruppo, «lo abbiamo studiato come un grande evento per mettere in mostra le novità sementiere che saranno leader di produzione nei prossimi anni, i nuovi ritrovati della genetica in grado di fornire produzioni di qualità senza rinunciare alla quantità, e le sementi pensate per valorizzare le filiere agricole».
Un’attività che ha fatto del gruppo veronese un punto di riferimento per il settore, in tutta Italia. «L’auspicio è che il risultato dei nostri test sia uno strumento utile per le multinazionali che creano le nuove varietà», sottolinea Caucchioli.