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Questa sera alle 21

Einaudi porta
i suoi «Elements»
al Filarmonico

Ludovico Einaudi
Ludovico Einaudi
Ludovico Einaudi
Ludovico Einaudi

 

Ci si dovrà stringere un po’. In Arena, la sera del 28 luglio dell’anno scorso, c’erano undicimila spettatori sotto la pioggia: pochissimi abbandonarono il campo. Un evento unico, tanto che quel concerto, trasmesso anche da Sky Arte, è diventato un dvd. Al Filarmonico stasera ce ne staranno solo un decimo, ma questa volta il diluvio, pur universale, sarà solo di note.

Ludovico Einaudi torna a Verona, terza tappa del suo nuovo tour partito da Parma e passato dalla sua Torino - città nella quale peraltro non si sente a proprio agio («Mi sembra di soffocare, è piccola, chiusa, a volte un po’ pettegola»): il pianista, nel concerto di stasera alle 21, tutto esaurito da tempo, presenterà "Elements, l’album da poco uscito a due anni e mezzo da "In a Time Lapse". Dodici brani, una suite, una successione di composizioni nella quali al pianoforte si intrecciano archi, percussioni, chitarra ed elettronica. Universale perché, al solito, Einaudi spazia e fa sintesi di mondi sonori creandone altri, ma oltre che nello spazio viaggia nel tempo, indagando, parole sue, «i miti della creazione, la tavola periodica degli elementi, le figure geometriche di Euclide, gli scritti di Kandinsky, la materia sonora, ma anche i colori, i fili d’erba di un prato selvaggio, la forme del paesaggio».

Secchi, come sempre, i titoli dei brani - Petricor, Night, Drop, Four dimensions, Elements, Whirlin winds, Twice, Abc, Numbers, Mountain, Logos, Song for Gavin - perché nella musica del pianista, figlio dell’editore Giulio e nipote del presidente della Repubblica Luigi Einaudi, l’essenza è nello scorrere dei suoni, nelle evocazioni. Poche parole, scarne, un accenno, un riferimento: la sostanza è nella musica. Solo così si spiega un successo che sarà pur arrivato tardi, a quarant’anni, ma che è ormai mondiale: i brani di Einaudi, su Youtube, hanno milioni di visualizzazioni, fino a raggiungere i 17 milioni di "Una mattina", colonna sonora del fortunatissimo film "Quasi amici".

«Elements nasce dal desiderio di ricominciare, intraprendere un nuovo percorso di conoscenza», ha spiegato il pianista che detesta apparire in tv («Sono stato una volta da Fazio: un errore che non ripeterò. Mentre parlava con me guardava da un’altra parte: un circo. Per fortuna le mie cose vanno avanti senza bisogno di tv. Se non mi piace guardarla, perché dovrei andarci?», ha raccontato in un’intervista a Francesco Merlo). «Per mesi ho vagato dentro una miscela apparentemente caotica d’immagini, pensieri e sensazioni; poi, tutto gradualmente si è amalgamato in una danza, come se tutti gli elementi facessero parte di un unico mondo, ed io anche"

Einaudi ha lavorato al nuovo album avvalendosi della collaborazione di musicisti fidati - Francesco Arcuri, Marco Decimo, Mauro Durante, Alberto Fabris, Federico Mecozzi, Redi Hasa - ma nel disco ci sono altri contributi: dell’ensemble d’archi olandese Amsterdam Sinfonietta, del violinista sudafricano Daniel Hope, dei percussionisti dell’Auditorium Parco della musica di Roma, del percussionista brasiliano Mauro Refosco e del musicista elettronico berlinese Robert Lippok.

"Elements" è stato registrato tra marzo e giugno nello studio della casa di campagna di Einaudi nelle Langhe, «un’esperienza unica, accompagnata dal ritmo incalzante dell’esplosione della primavera». Musica per le orecchie e la sensibilità del pianista e compositore. Si sarà stretti, oggi al Filarmonico. Ma le sensazioni, quelle no: saranno libere di spaziare.

Andrea Sambugaro

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