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IL RISIKO DELLE PARTECIPATE

Aziende, via libera
ai 50 nomi: Croce
«prende» pure Agec

Trattativa finita in municipio tra le forze della maggioranza. E non mancano sorprese
Michele Croce
Michele Croce
Michele Croce
Michele Croce

La quiete dopo la tempesta. Dopo giorni di trattative dentro e fuori la sala Pasetto, al terzo piano di Palazzo Barbieri, l’accordo tra le forze di maggioranza sui componenti dei Cda nelle partecipate, alle 13 di ieri è stato finalmente raggiunto e l’elenco di 50 nomi è stato completato. Nella serata di mercoledì, dopo un lungo braccio di ferro tra il sindaco Federico Sboarina e la Lega Nord, era già stato risolto il caso più spinoso: la presidenza dell’Agsm, che andrà a Michele Croce di Verona Pulita, movimento politico che indicherà pure il vertice dell’Agec, l’azienda speciale di cui Croce era stato presidente fino alla rottura con l’allora sindaco Flavio Tosi.

Ad aggiudicarsi la partita più importante, quella dell’Agsm, è stato, quindi, Michele Croce, nonostante le fortissime pressioni esercitate sul sindaco dai vertici locali della Lega con l’appoggio di tutti e sette i consiglieri comunali. Il loro candidato, Enrico Corsi, secondo per numero di preferenze solo all’eurodeputato Lorenzo Fontana, andrà invece a presiedere l’Istituto assistenza anziani, a villa Monga. Scelta che ha provocato un effetto domino su un’altra leghista, Monica Lavarini, che fino a qualche giorno fa sembrava godere di tutti i pronostici per conquistare lo Iaa.

 

Il risiko delle aziende più importanti, quelle il cui Cda arriva a scadenza oggi, si completa con Roberto Niccolai, ingegnere simpatizzante di Verona Pulita, all’Agec, Francesco Barini (Battiti) all’Amt, Andrea Sardelli (Verona Domani) a Veronamercato, Davide Bendinelli (Forza Italia) alla Solori. I nomi dei futuri presidenti sono, ovviamente, frutto di indiscrezioni dal momento che toccherà ai Cda, nominati dal sindaco, indicarli. Inoltre, Bruno Tacchella (Verona Domani) è destinato all’Amia. Il mandato dell’attuale presidente Andrea Miglioranzi scadrà però l’anno prossimo. A «compensazione» della delusione sull’Agsm, pare sia stata ventilata una guida leghista per Acque Veronesi, società consortile con 48 soci (43 Comuni e cinque consorzi, di cui l’Agsm, per conto di Palazzo Barbieri, detiene il 48 per cento), al vertice della quale ora siede il tosiano Niko Cordioli.  L’attuale dirigenza scade nel maggio 2018, con l’approvazione del bilancio 2017, ma nei giorni scorsi si era parlato di una lettera in partenza dal municipio per sollecitare i rappresentanti del Comune di Verona a fare le valigie. «Noi rispondiamo a tutti i soci», esclama Cordioli, «e mi pare che la lettera di uno di essi per sollecitare un cambio della guardia sarebbe un gesto antipatico nei confronti degli altri 47».

Enrico Santi

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