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Subito circondato dagli amici «Mi sembra un sogno»

L'ASSOLTO. E sua madre ha attraversato l'aula per andare a stringere la mano ai Tommasoli

 Andrea Vesentini abbracciato da un'amica dopo l'assoluzione
Andrea Vesentini abbracciato da un'amica dopo l'assoluzione

 Andrea Vesentini abbracciato da un'amica dopo l'assoluzione
Andrea Vesentini abbracciato da un'amica dopo l'assoluzione

La prima persona che Andrea Vesentini ha cercato con lo sguardo, così come fece quando il 6 marzo la Corte gli concesse i domiciliari, è stata la mamma. Claudia Pelattieri appena ha potuto gli è corsa incontro in lacrime e lo ha abbracciato. C'erano i suoi amici, lo hanno circondato e quando è riuscito a congedarsi è uscito in fretta, quasi temendo che qualcosa potesse interrompere quella felicità. «Mi sembra un sogno, un sogno», ha continuato a ripetere e con la mamma e il suo avvocato, Francesco Delaini, è uscito dall'aula.
«Sono contento, mi pare scontato, soprattutto perchè Andrea le mani quella sera non le ha mosse, ha cercato di dividere come ha potuto, non per ledere o far male a chi si stava picchiando. Ha sbagliato a scappare, lo ha detto, sappiamo che è stato un errore, lo sa anche lui, quel ragazzo, Nicola, è morto».
E venerdì, al termine dell'arringa, la mamma di Andrea, la maestra d'asilo di Cazzano di Tramigna che come tutte le mamme, non ha perso una parola di questo processo, ha fatto quello che desiderava fare da tempo: ha attraversato l'aula ed è andata a stringere la mano al papà e alla mamma di Nicola.F.M.

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