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Evasione fiscale e doping,
assolto il ciclista Rebellin

Il ciclista Rebellin, nato a San Bonifacio nel 1971
Il ciclista Rebellin, nato a San Bonifacio nel 1971
Il ciclista Rebellin, nato a San Bonifacio nel 1971
Il ciclista Rebellin, nato a San Bonifacio nel 1971

Il ciclista Davide Rebellin, 44 anni, è stato assolto dal tribunale di Padova dalle accuse di evasione fiscale per oltre 2 milioni di euro e di utilizzo di sostanze dopanti.
Nato San Bonifacio (Verona) ma cresciuto a Lonigo (Vicenza) e con residenza a Galliera Veneta (Padova), Rebellin nel novembre del 2009 si era visto strappare dal collo dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio) l’argento olimpico conquistano l’anno prima a Pechino secondo i suoi accusatori grazie a un aiutino di Epo. Sul fronte fiscale all’atleta era stato contestata un’evasione di quasi due milioni e mezzo di euro quando tra il 2002 e il 2007 era residente nel Principato di Monaco ma per l’accusa era di fatto sempre a Galliera, vivendo nella villa dei suoceri. Anche se nessuno restituirà l’argento a Rebellin il tribunale di Padova ha accolto le tesi della difesa del ciclista secondo la quale tra Pechino, Losanna e Parigi era stata violata la custodia delle sue analisi e a Montecarlo viveva davvero mostrando contatti, fatture e percorsi di allenamento nel Principato. Infine il ciclista, al quale il Coni aveva chiesto un risarcimento di 500 mila euro, nulla dovrà al Comitato Olimpico Nazionale.

«FINO AD OGGI SONO STATO DERUBATO». Dal ritrovo di partenza di Denizli, da dove è scattata questa mattina la sesta tappa del Tour of Turkey, Rebellin ha commentato così la propria assoluzione: «Per me è un sollievo perché era una storia che andava avanti da anni, dopo tanto tempo possiamo dire che giustizia è stata fatta. In questi anni ho trovato tante porte chiuse e per questo sono dovuto ripartire da zero». Una giustizia che, però, arriva troppo tardi, dopo che su Rebellin sono state rovesciate responsabilità non sue: «Sicuramente mi sento derubato. In tutti questi anni mi hanno portato via serenità, risultati, soldi e tutto quello che ci va dietro. Questa è una storia che ha segnato la mia carriera in maniera indelebile. Ora però non è il momento delle recriminazioni. Sono felice, mi sento felice, libero e sereno. Sono pronto a chiudere nel migliore dei modi questa settimana così speciale per me».

Andrea Fin

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