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L'intervista

Davide Rebellin: «Trent'anni tra i "prof". Piacere e divertimento»

Quella prima del ’92 Davide Rebellin, classe 1971, festeggia i trent’anni di professionismo sulle due ruote
Quella prima del ’92 Davide Rebellin, classe 1971, festeggia i trent’anni di professionismo sulle due ruote
Quella prima del ’92 Davide Rebellin, classe 1971, festeggia i trent’anni di professionismo sulle due ruote
Quella prima del ’92 Davide Rebellin, classe 1971, festeggia i trent’anni di professionismo sulle due ruote

Gran premio di Camaiore, 5 agosto 1992: al via ci sono Davide Rebellin e Marco Pantani, alla loro prima corsa tra i professionisti. Davide sorprende subito piazzandosi all’ottavo posto nella corsa vinta da Davide Cassani. «Ricordo, sì», rivela lui. «C’era stato il blocco olimpico per i migliori dilettanti. La gara all’Olimpiade di Barcellona era stata corsa il 2 agosto. Tre giorni dopo ho esordito tra i prof».

Mettendosi subito in evidenza... 
Mi ero preparato bene per l’Olimpiade ma arrivare ottavo è stata, comunque, una sorpresa. Quella di Camaiore è sempre stata una gara di qualità, anche con la presenza di chi veniva dal Tour.

Sensazioni?
Tanta emozione, ancora di più per un piazzamento già alla prima gara tra i prof. L’emozione che provavo prima del via, una volta partiti, si era trasformata in voglia e determinazione a fare bene.

All’Olimpiade era il punto di riferimento della squadra azzurra.
E il più controllato in gara, così quando andò via la fuga di quattro-cinque corridori con dentro Casartelli, a noi andava bene perché Fabio era veloce e costituiva una garanzia per noi. Infatti vinse e fu festa grande.

È passato con la maglia dell’Mg Boys Bianchi.
Lo sapevo da tempo, da dilettante correvo con la stessa Mg. E il patron era lo stesso, Angelo Furlan, che mi voleva pure tra i prof. Angelo purtroppo è scomparso nell’incidente dall’Antonov dopo il decollo da Villafranca.

Oltre al piazzamento a Camaiore ce ne furono altri in quella mezza stagione del 1992?
Arrivai secondo al Giro di Romagna vinto da Zberg e secondo nella premondiale di Marostica. Correvo sulle strade di casa, con la Rosina in mezzo. Rimanemmo davanti in cinque: vinse Lance Armstrong, io secondo, Cassani terzo.

E appena diventato prof era un possibile azzurro al Mondiale di Benindorm.
Sì, c’era la possibilità che Martini mi portasse al Mondiale, poi vinto da Gianni Bugno ma mi beccai un’intossicazione alimentare e dovetti saltare alcune premondiali.

Come sintetizza 30 anni tra i professionisti? Piacere, divertimento. Mi reputo fortunato. Ho fatto quello che sognavo sin da bambino, quello che mi piaceva e continua a piacermi. Non l’ho mai considerato un lavoro ma divertimento e piacere, con tante soddisfazioni. Ci sono stati anche momenti meno belli, ma guardo solo a quelli felici.

È ormai deciso che i suoi 30 anni si concluderanno al Giro del Veneto del 12 ottobre?
A oggi sì, è deciso. Ho pensato al Giro del Veneto. È una corsa che ho vinto tre volte e per me significa correre sulle strade di casa, tra la mia gente, tra i miei tifosi. Penso che sia l’occasione giusta per smettere.

Non ad andare in bici, però...
Continuerò a collaborare con la Dynatek, seguendo lo sviluppo dei materiali. È molto probabile, inoltre, che già quest’anno, partecipi ad un paio di gare gravel. È un settore che interessa molto alla Dynatek, nuovo e affascinante anche per me. Non lo conosco e mi piace provare cose nuove, un altro modo di andare in bici.

Quattro giorni dopo il Giro del Veneto ci sarà il Veneto Classic, gara che Pippo Pozzato vorrebbe diventasse gara World Tour: non è che magari... allungherà la carriera?
È una bella gara ma il Giro del Veneto è quella che sento di più. Valuterò.

Ha un calendario da qui a ottobre?
In agosto no. Sarò al Sestriere ad organizzare dei camp nei fine settimana, aperti a tutti, anche a chi volesse pedalare con me un solo giorno. Al Sestriere lavorerò anche per migliorare la mia condizione e essere pronto per le gare che verranno.

Quali?
A settembre dovrei correre il Giro del Friuli o il Giro di Romania ma poi ci saranno tante gare in Italia. C’è un buon programma che mi permetterà di arrivare bene alla gara di chiusura. •.

Renzo Puliero

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