<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Carnevale e vandalismi

Dopo lo scempio
il carnevale arruola
i «nonni vigile»

Vandalismi per il Bacanal: si studiano le contromosse
Un'immagine del venerdì gnocolar 2017 (Marchiori)
Un'immagine del venerdì gnocolar 2017 (Marchiori)
Un'immagine del venerdì gnocolar 2017 (Marchiori)
Un'immagine del venerdì gnocolar 2017 (Marchiori)

C’è un limite oltre il quale lo scherzo diventa vandalismo. Venerdì quel limite è stato oltrepassato in piazza San Nicolò, dove centinaia di ragazzini hanno giocato a lanciarsi e schivare dozzine di uova e farina, non solamente contro gli amici, bensì anche contro la facciata della chiesa San Nicolò all’Arena che, peraltro, è appena stata restaurata. «Divertirsi è legittimo, ma bisogna farlo entro certi limiti: ciò che è successo è imbarazzante», è il commento del presidente del Comitato carnevale Bacanal del Gnoco Valerio Corradi. «Finché si gioca con uova e farina va bene, ma i ragazzi si sono lasciati prendere la mano e hanno esagerato».

Il presidente del Comitato non esclude, il prossimo anno, di avvalersi di volontari con il compito di tenere sotto controllo la situazione, come i «nonni vigile» che si posizionano davanti alle scuole per far attraversare gli studenti.

 

PARLA IL PARROCO 

Il parroco, don Roberto Vinco, era lì. Subito non si era reso conto di cosa stava accadendo. Già negli anni scorsi, infatti, gli studenti si davano appuntamento in piazza San Nicolò per giocare a tirarsi le uova, ma la situazione non era mai degenerata così. «La piazza è diventata un campo di battaglia: i ragazzi erano tutti sporchi di farina, sembravano dei fantasmi», racconta don Vinco. «Quando ho visto cosa stavano combinando, sono uscito, ma erano un centinaio: non si riesce ad affrontarli».

Don Vinco è il primo a difendere l’entusiasmo dei più giovani. «Molti bambini, quando escono da scuola, si mettono a giocare a calcio nella piazza e usano la porta della chiesa come porta per la partita», racconta. «Qualche anziano è venuto a lamentarsi, ma ho risposto loro che è bello veder i bimbi giocare: sono loro a portare la vita. La piazza è nata come luogo di incontro e va restituita alla gente. Non deve essere usata solo per parcheggiare». Stavolta, però, il limite è stato superato anche per don Vinco. 

Manuela Trevisani

Suggerimenti