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IL CASO

Chievo, attese e speranze. Oggi l’ennesimo verdetto

di Alessandro De Pietro
Luca Campedelli
Luca Campedelli
Luca Campedelli
Luca Campedelli

La mattinata più lunga. Due verità in una, alla camera di consiglio. Il Chievo prima saprà se i due giudici precedentemente ricusati saranno esclusi o meno nel procedimento successivo, quando il Consiglio di Stato cancellerà o confermerà i dubbi sulla decisione del TAR aprendo quindi un nuovo procedimento oppure già oggi, in una seduta unica, potrebbe già entrare nel merito, improbabile ma non impossibile, aprendo quindi scenari prima impensabili. Alle 10 il via e conclusioni entro un’ora. Può succedere di tutto, dall’ennesima mazzata alle speranze del Chievo fino ad una partita all’improvviso riaperta e magari chiusa in fretta con un provvedimento a favore. Nessuna illusione, solo la consapevolezza dettata dalle proprie ragioni e di una tesi difensiva lunga mesi avvalorata anche se solo in parte dalle esitazioni del Consiglio di Stato che ha congelato il verdetto del tribunale amministrativo del Lazio che ha ribadito l’esclusione del Chievo dalla Serie B e svincolato tutti i giocatori azzerando un patrimonio tecnico attorno ai trenta milioni e provocando, secondo i legali di Luca Campedelli, un danno economico stimato in 140. A Roma, davanti alla sede del Consiglio di Stato, ci saranno anche alcuni tifosi. Altri gradi La Figc si sente piuttosto tranquilla, rassicurata anche dai suoi avvocati che in uno degli ultimi consigli federali hanno tranquillizzato Claudio Lotito che aveva proposto un piano di accantonamento per l’eventuale risarcimento al Chievo. La contesa agli occhi della Federcalcio è praticamente chiusa ma quel punto di domanda sollevato dal Consiglio di Stato qualcosa vorrà pur dire. La complessità della materia, agli occhi del Chievo, può valere anche il coinvolgimento diretto della Suprema Corte, trasferendo la sentenza al gradino più alto. Al giudice delle leggi. Se la Figc è piuttosto serena altrettanto è in fondo il Chievo, anche per l’appendice già messa in preventivo alla Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, dove il caso verrebbe ulteriormente valutato nel caso di verdetto sfavorevole in Italia. Il ritorno ai «prof» Disposto il Chievo anche a sedersi al tavolo delle trattative con la Figc, a tramutare parte del maxi risarcimento in un ritorno al calcio giocato attraverso una categoria anche professionistica. Come un posto in Lega Pro in sovrannumero, a oggi tuttavia solo un’idea dopo una battaglia infinita che dura da più di un anno. Dal primo stop della Covisoc - che a fine giugno del 2021 respinse la domanda di iscrizione - ai vari passaggi al tribunale federale, alla corte d’appello, al Collegio del Coni fino alla giustizia ordinaria in un intreccio fra norme tributarie e leggi emergenziali polverizzate dalle scadenze della Figc e paletti sempre parecchio alti. Passo dopo passo Oggi il primo sollievo sarebbe quello di estromettere dalla partita Valerio Perotti e Giuseppina Luciana Barreca, già incontrati in precedenti provvedimenti alla giustizia sportiva e proprio per questo dalla posizione equivoca agli occhi del Chievo in quel sottobosco parecchio fitto in cui casi del genere non sono per proprio rari. Scavalcato quell’ostacolo si andrebbe certo più speranzosi al vero nocciolo della questione. Qui il futuro del Chievo, tempestivamente riattivatosi grazie all’opera dei curatori fallimentari che hanno dato ben presto il mandato all’avvocato Stefano de Bosio per continuare nel suo lavoro. Il grande bivio oggi, con tre finestre davanti. Il Consiglio di Stato può fare un passo indietro e avallare le motivazioni del Tar, riaffermare le sue perplessità ed avviare quindi un procedimento la cui sentenza non avverrà prima di settembre o entrare rapidamente nel nocciolo del problema e addirittura rovesciare il verdetto. Il conto alla rovescia è cominciato. •.

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