Meno due giorni al voto: è ormai agli sgoccioli questa campagna elettorale che, seppur breve nei tempi, a molti è parsa interminabile. Dopo tutti i talk show televisivi, i comizi nelle piazze, i post sui social network, le immancabili promesse dei candidati e i reciproci attacchi tra i leader di partito, oggi a mezzanotte scatterà il silenzio elettorale. Siamo andati in giro per la città, all'uscita delle poste, davanti alle fermate degli autobus e nelle sale d'attesa degli ospedali a chiedere ai veronesi cosa si aspettano da chi verrà eletto e la risposta non si è fatta attendere: talvolta pacata e ponderata, altre volte più diretta e decisamente colorita. ONESTÀ. La priorità in assoluto, per tutti gli intervistati, è che i politici eletti siano onesti, competenti, pronti ad ascoltare i cittadini e a fornire risposte concrete. «Cosa chiedo a chi si ritroverà a governare? Tutto il contrario di ciò che è stato fatto finora», risponde deciso Andrea, studente. «Basta con gli scandali, basta con lo spreco di denaro pubblico: chiedo un comportamento corretto nei nostri confronti». Il sentimento più diffuso è indubbiamente l'insofferenza nei confronti di una classe politica che non si è dimostrata in grado finora di gestire il delicato momento che l'Italia sta attraversando. «Di cosa abbiamo bisogno oggi? Di un governo stabile, che resti in piedi senza dover tornare a votare tra un altro mese: servono persone rette, che non perseguano unicamente i loro interessi personali», commenta deciso Enzo Pomari, pensionato. LAVORO. Poi arrivano le vere priorità. Il lavoro, sopra ogni altra cosa, e naturalmente la ripresa economica. Lo sa bene Gaetano Giulini, oggi disoccupato: «Abbiamo famiglie da mantenere e siamo senza stipendio. È necessario rimettere in moto l'economia al più presto e dare un'occupazione non solo ai giovani, ma a tutti quelli che l'hanno persa».Eppure, lo sguardo rimane rivolto soprattutto alle nuove generazioni. «Se i ragazzi non lavorano, quale futuro potranno avere? E chi pagherà le pensioni in futuro?», si domanda preoccupato Aldo Bano, pensionato. AUSTERITÀ. Secondo Luciano Zanella, l'unica via da percorrere è quella dell'austerità così come è stata intrapresa nell'ultimo anno dal Presidente del Consiglio uscente Mario Monti. «All'Italia oggi serve stabilità finanziaria, altrimenti rischiamo di finire come l'Argentina o la Grecia. Il Paese è troppo indebitato: occorrono politici competenti e credibili davanti alle istituzioni internazionali». D'accordo Marco Sambiagio, che guarda anche agli esempi oltre confine. «Se non si risanano i conti pubblici, non si va da nessuna parte. La Germania ha fatto molti sacrifici e ora sta ottenendo risultati: il problema è che in Italia, i sacrifici non portano a nulla», commenta. «Inoltre, è necessario intervenire sulla sanità, che sta andando a rotoli: la salute dei cittadini viene prima di tutto». SANITÀ. Tasto dolente, quest'ultimo, anche per un'anziana vedova, nonna di un ragazzino disabile. «Mio nipote ha diversi problemi e la sanità è un disastro: non ci forniscono un servizio adeguato, eppure paghiamo sempre più tasse», racconta la donna. «Ieri però è arrivata la lettera di Silvietto, che ci restituisce l'Imu: penso che lo voterò, ma non mi faccio tante illusioni». ISTRUZIONE. Per altri è necessario rimettere mano all'Istruzione, incapace di preparare i giovani al mondo del lavoro. «Non tutti gli insegnanti sono competenti e ciò rischia di ripercuotersi sul futuro dei nostri figli», sostiene Teresa, infermiera e mamma. E a pensarla così non sono solo i genitori, ma gli stessi studenti, come Federica: «Se si continuano a tagliare i finanziamenti alle scuole, è ovvio che a subirne le conseguenze saremo noi, mentre proprio oggi bisogna puntare sui giovani». Qualcuno, invece chiede un po' di serenità: «Mi piacerebbe una vita tranquilla, come quella che avevamo qualche anno fa», racconta una giovane maestra. «Tutti questi sacrifici, purtroppo, rischiano di minare l'equilibrio delle famiglie».