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Le richieste dei veronesi ai candidati

Le aspettative dei cittadini a due giorni dal voto. La maggior parte chiede che finiscano scandali e sprechi. Tra le priorità, quella di una classe dirigente competente e trasparente.
Tabelloni di propaganda elettorale in piazza Bra. Tra molti elettori regna l'indecisione, anche se diversi hanno manifestato l'intenzione di esercitare comunque il loro diritto FOTO MARCHIORI
Tabelloni di propaganda elettorale in piazza Bra. Tra molti elettori regna l'indecisione, anche se diversi hanno manifestato l'intenzione di esercitare comunque il loro diritto FOTO MARCHIORI
Tabelloni di propaganda elettorale in piazza Bra. Tra molti elettori regna l'indecisione, anche se diversi hanno manifestato l'intenzione di esercitare comunque il loro diritto FOTO MARCHIORI
Tabelloni di propaganda elettorale in piazza Bra. Tra molti elettori regna l'indecisione, anche se diversi hanno manifestato l'intenzione di esercitare comunque il loro diritto FOTO MARCHIORI

Meno due giorni al voto: è ormai agli sgoccioli questa campagna elettorale che, seppur breve nei tempi, a molti è parsa interminabile. Dopo tutti i talk show televisivi, i comizi nelle piazze, i post sui social network, le immancabili promesse dei candidati e i reciproci attacchi tra i leader di partito, oggi a mezzanotte scatterà il silenzio elettorale. Siamo andati in giro per la città, all'uscita delle poste, davanti alle fermate degli autobus e nelle sale d'attesa degli ospedali a chiedere ai veronesi cosa si aspettano da chi verrà eletto e la risposta non si è fatta attendere: talvolta pacata e ponderata, altre volte più diretta e decisamente colorita. ONESTÀ. La priorità in assoluto, per tutti gli intervistati, è che i politici eletti siano onesti, competenti, pronti ad ascoltare i cittadini e a fornire risposte concrete. «Cosa chiedo a chi si ritroverà a governare? Tutto il contrario di ciò che è stato fatto finora», risponde deciso Andrea, studente. «Basta con gli scandali, basta con lo spreco di denaro pubblico: chiedo un comportamento corretto nei nostri confronti».  Il sentimento più diffuso è indubbiamente l'insofferenza nei confronti di una classe politica che non si è dimostrata in grado finora di gestire il delicato momento che l'Italia sta attraversando. «Di cosa abbiamo bisogno oggi? Di un governo stabile, che resti in piedi senza dover tornare a votare tra un altro mese: servono persone rette, che non perseguano unicamente i loro interessi personali», commenta deciso Enzo Pomari, pensionato. LAVORO. Poi arrivano le vere priorità. Il lavoro, sopra ogni altra cosa, e naturalmente la ripresa economica. Lo sa bene Gaetano Giulini, oggi disoccupato: «Abbiamo famiglie da mantenere e siamo senza stipendio. È necessario rimettere in moto l'economia al più presto e dare un'occupazione non solo ai giovani, ma a tutti quelli che l'hanno persa».Eppure, lo sguardo rimane rivolto soprattutto alle nuove generazioni. «Se i ragazzi non lavorano, quale futuro potranno avere? E chi pagherà le pensioni in futuro?», si domanda preoccupato Aldo Bano, pensionato. AUSTERITÀ. Secondo Luciano Zanella, l'unica via da percorrere è quella dell'austerità così come è stata intrapresa nell'ultimo anno dal Presidente del Consiglio uscente Mario Monti. «All'Italia oggi serve stabilità finanziaria, altrimenti rischiamo di finire come l'Argentina o la Grecia. Il Paese è troppo indebitato: occorrono politici competenti e credibili davanti alle istituzioni internazionali». D'accordo Marco Sambiagio, che guarda anche agli esempi oltre confine. «Se non si risanano i conti pubblici, non si va da nessuna parte. La Germania ha fatto molti sacrifici e ora sta ottenendo risultati: il problema è che in Italia, i sacrifici non portano a nulla», commenta. «Inoltre, è necessario intervenire sulla sanità, che sta andando a rotoli: la salute dei cittadini viene prima di tutto».  SANITÀ. Tasto dolente, quest'ultimo, anche per un'anziana vedova, nonna di un ragazzino disabile. «Mio nipote ha diversi problemi e la sanità è un disastro: non ci forniscono un servizio adeguato, eppure paghiamo sempre più tasse», racconta la donna. «Ieri però è arrivata la lettera di Silvietto, che ci restituisce l'Imu: penso che lo voterò, ma non mi faccio tante illusioni». ISTRUZIONE. Per altri è necessario rimettere mano all'Istruzione, incapace di preparare i giovani al mondo del lavoro. «Non tutti gli insegnanti sono competenti e ciò rischia di ripercuotersi sul futuro dei nostri figli», sostiene Teresa, infermiera e mamma. E a pensarla così non sono solo i genitori, ma gli stessi studenti, come Federica: «Se si continuano a tagliare i finanziamenti alle scuole, è ovvio che a subirne le conseguenze saremo noi, mentre proprio oggi bisogna puntare sui giovani». Qualcuno, invece chiede un po' di serenità: «Mi piacerebbe una vita tranquilla, come quella che avevamo qualche anno fa», racconta una giovane maestra. «Tutti questi sacrifici, purtroppo, rischiano di minare l'equilibrio delle famiglie».

Manuela Trevisani

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