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Scompare una promessa
del vino made in Verona

Laura Albertini nella sua vigna in una foto tratta dal sito dell’azienda
Laura Albertini nella sua vigna in una foto tratta dal sito dell’azienda
Laura Albertini nella sua vigna in una foto tratta dal sito dell’azienda
Laura Albertini nella sua vigna in una foto tratta dal sito dell’azienda

L’azienda vitivinicola di Laura Albertini si chiama Terre di Pietra, ma di freddo e duro c’è solo il nome. Perché tutti ricordano Laura come una donna forte e appassionata, legata alla sua terra, alle vigne del padre vissute e rivissute da lei con amore e non subìte per forza. Laura è scomparsa improvvisamente a 36 anni nella sua cantina a Marcellise di San Martino Buon Albergo, lasciando di pietra tutti ma al tempo stesso facendo scaturire come ricordo il suo sorriso solare, genuino e la sua voglia di fare un lavoro, quello della vigna, mettendoci l’anima, scommettendo fino in fondo. Però ai primi albori della primavera sembra essere rimasto l’inverno a Marcellise, nei suoi vigneti.

Laura faceva tutto, dalle attività nel campo a quelle in cantina, ai conti dell’amministrazione. Lascia il marito Cristiano, le figlie Anna e Alice, la mamma Liliana, il papà Luigi, sorelle, parenti e tantissimi amici, soprattutto nel settore del vino.

Il mondo vitivinicolo veronese perde un «tralcio», uno dei migliori, che avrebbe portato buoni frutti. Legata alla tradizione ma soprattutto curiosa ed entusiasta nel vivere ed esaltare le doti della terra e della natura, Laura ha creato vini, prodotti dalle vigne che sentiva come figlie. «Come dice mio padre», scrive nel sito della sua cantina, «ogni vigna è come una figlia... Quando sono in mezzo a loro mi sembra di sentirle vivere».

Laura Albertini è partita da zero e ha creato la sua famiglia assieme alla sua cantina. «Dentro di me ho sentito il bisogno di tornare alla terra», si legge ancora nel sito, «alle mie origini e di trasmetterlo alla mia famiglia».

Diplomata in ragioneria al Pasoli ebbe il coraggio di seguire il sogno: fare vino. «Ho iniziato partendo da zero», scrive sul sito, «avevo a disposizione solo una ricetta: un po’ di incoscienza, molta caparbietà, tanta tanta passione, una buona dose di speranza e qualcuno che ha creduto in me». E lo conferma anche Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio di Soave e di Uvive, che l’ha vista crescere prima come collaboratrice per 5 anni nella sua cantina «Castello», quando Laura aveva 23 anni, e poi come imprenditrice vitivinicola. «Sono distrutto», dice Stocchetti, «è come avessi perso una figlia, non riesco ancora a crederci, era una ragazza forte e piena di energia, mi aveva dato una gran mano nella contabilità dell’azienda ma so che non si risparmiava nel lavoro nei campi sul trattore, controllava tutti i passaggi delle attività, dalle vigne alla cantina all’amministrazione».

Sui social network e sui blog di vino si rincorrono le partecipazioni, i ricordi e le condoglianze. «I tuoi vini continueranno a parlare di te e spero che le tue vigne continuino a produrre quei piccoli grandi sogni in bottiglia, perché quella terra avrà sempre memoria della tua cura e delle tue attenzioni e quelle piante non smetteranno mai di ricordarti», scrive Francesco Saverio Russo sul suo blog.

Laura Albertini è purtroppo tornata alla terra ma ora le sue vigne continueranno a vivere. Dopo l’inverno arriva la primavera e il seme, per portare frutto, deve cadere in terra. E questo i contadini lo sanno. Lo sapeva anche Laura. I funerali si svolgeranno oggi alle 14 nella chiesa parrocchiale di Marcellise..

Paolo Dal Ben

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