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Dopo lo stop alla cig

«Melegatti? Nessun
miracolo. E chi ha
sbagliato se ne vada»

di Valeria Zanetti
Dopo lo stop alla cig
Pandori Melegatti
Pandori Melegatti
Pandori Melegatti
Pandori Melegatti

«Sulla vicenda Melegatti non bisogna gridare al miracolo di Natale». Nella serata di ieri, il segretario territoriale Uila Uil di Verona e Trento, Daniele Mirandola, con una nota porta un contributo di chiarezza e razionalità in una giornata caratterizzata da una sequenza ininterrotta di notizie diffuse dai media, che con eccessiva enfasi annunciavano il superamento dell’ipotesi cassa integrazione.

 

Sul futuro della Spa dolciaria e dei suoi lavoratori occorre cautela. Il perché è scritto chiaramente nelle righe vergate da Mirandola. «L’accordo quadro tra attuali soci (Perazzoli-Ronca in maggioranza e Turco in minoranza, ndr) e il fondo di investimento, per un definitivo subentro e rilancio dell’azienda, non ci risulta ancora definito. Secondo noi, chi in questi anni non è stato in grado di gestire un’azienda storica come Melegatti, deve cedere le quote e farsi da parte immediatamente», evidenzia. «Vigileremo affinché qualsiasi fondo d’investimento o terza parte che voglia prendere il posto dell’attuale proprietà, garantisca il mantenimento e soprattutto lo sviluppo della produzione a Verona negli attuali stabilimenti», prosegue la nota.

 

Il percorso non è ancora in discesa ed è difficile capire chi regga in questo momento le sorti dell’azienda. Il fondo maltese Open Capital Fund (di Abalone Asset Management) e l'italiana Advam Sgr, che si sono fatti carico del salvataggio di Melegatti stanno ancora mediando con la proprietà per il subentro. E proprio per questo anche la mini-campagna natalizia da un milione e mezzo di pezzi, appena conclusa, è stata finanziata con il freno a mano. Se il fondo non riuscirà a completare l’operazione sarà ancora disposto a rendere disponibile la liquidità promessa per la produzione delle colombe pari a 10 milioni? Quale ruolo può svolgere il Tribunale in questo delicato momento? La cassa integrazione è rientrata, nell’immediato. Ma è difficile ipotizzare cosa succederà in futuro.

«C’è da dire che il fondo si era preso l’impegno di portare avanti le due campagne di Natale e Pasqua», fa notare Paola Salvi di Flai Cgil. In attesa che nel giro di pochi giorni la situazione di stallo tra soci e fondo si faccia più fluida, l’invito delle sigle è a non commentare come «traguardi trionfalistici le decisioni dell’attuale management, nel rispetto dell’azienda e degli operai», sottolinea Mirandola. Gli equilibri sono ancora precari e fragili.

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