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Contratto ko, Ryanair abbandona il Catullo

AEROPORTO. La clamorosa notizia ufficializzata ieri dal numero due Cawley. Per lo scalo veronese significa un risparmio di 5 milioni: «Pronti con nuove compagnie». Dal 12 ottobre la compagnia low cost chiude le rotte. «Accordi non rispettati». Decisiva l'inchiesta per aiuti di Stato e concorrenza sleale
Gli aerei Ryanair restano al Catullo solo fino al 12 ottobre
Gli aerei Ryanair restano al Catullo solo fino al 12 ottobre
Gli aerei Ryanair restano al Catullo solo fino al 12 ottobre
Gli aerei Ryanair restano al Catullo solo fino al 12 ottobre

Clamorosa conclusione del braccio di ferro tra aeroporto Catullo e Ryanair che andava avanti da mesi e avrebbe dovuto scrivere un nuovo capitolo il 10 ottobre davanti al Tar. Ma l'udienza probabilmente non ci sarà nemmeno. La compagnia aerea low cost ha comunicato ieri sera che va via da Verona: dal 12 ottobre cesserà tutte le attività all'aeroporto di Verona-Villafranca, chiudendo le sue 11 rotte e spostandole verso altri aeroporti concorrenti «dopo che l'aeroporto di Verona è venuto meno al suo accordo contrattuale con Ryanair». «Da venerdì 12 ottobre - si legge in una nota - Ryanair cesserà le operazioni a Verona, con la conseguente perdita di 39 voli settimanali, 500 mila passeggeri e fino a 500 posti di lavoro in loco. Ai passeggeri è stata data comunicazione via email direttamente da Ryanair ed è stato fornito loro il completo rimborso o l'alternativa di volare verso alcune destinazioni dagli aeroporti concorrenti».  Al Catullo la decisione di Ryanair è stata accolta come una vittoria: l'accordo contrattuale non veniva rispettato volutamente, perché prevedeva incentivi così alti da configurarsi come aiuti di Stato che potevano falsare la concorrenza. E questa è stata la tesi sostenuta davanti all'Unione europea. Evidentemente con successo, perché la Ue sulla vicenda degli incentivi ha aperto una procedura che riguarda non solo il Catullo bensì una ventina di aeroporti sia in Italia che in Europa dove Ryanair percepisce consistenti aiuti economici che possono creare una concorrenza sleale nei confronti delle altre compagnie. Il tema, come avevamo riportato nei giorni scorsi, era stato sollevato direttamente al commissario europeo Almunia dall'eurodeputato Lorenzo Fontana e la compagnia aerea Meridiana fly aveva presentato ricorso alla Ue per aiuti di Stato e concorrenza sleale nei confronti di Ryanair e del Catullo per gli incentivi altissimi versati. E di fronte all'attacco congiunto portato dal direttore generale Carmine Bassetti, dai legali dell'aeroporto (con la collaborazione dell'avvocato Giovanni Maccagnani) e dalle compagnie aeree, il colosso irlandese del low cost, capito l'orientamento della Ue, avrebbe deciso di abbandonare Verona ed evitare anche la rinegoziazione. «Ryanair - afferma Michael Cawley, numero due della compagnia - è sinceramente dispiaciuta per la decisione dell'aeroporto di Verona di venire meno al suo accordo contrattuale. Ryanair continuerà a crescere negli aeroporti low cost che lavorano con noi per fornire le basse tariffe richieste affinchè i passeggeri continuino a volare». Al Catullo però già fanno i conti: «perdere» Ryanair significa risparmiare quest'anno almeno 5 milioni di incentivi. Inoltre, sarebbero già pronte nuove compagnie aeree, anche low cost, interessate a operare al Catullo con le quali verranno chiusi i contratti nei prossimi giorni. In questo modo la società di gestione punta a sostituire sia le rotte che il numero di passeggeri che perderà con Ryanair. E con queste nuove compagnie firmerà contratti che consentiranno di ottenere ricavi e non di generare perdite, come accaduto con Ryanair e anche con altre compagnie che infatti in questi giorni hanno accettato di rinegoziare e ridurre sensibilmente gli incentivi. Si tratta dei famosi «contratti tossici» che la nuova gestione del Catullo ha ereditato. In particolare, quello di Ryanair era stato firmato dall'allora direttore generale Massimo Soppani nei cui confronti il cda della Catullo ha deciso un'azione di responsabilità quantificata in oltre 20 milioni di danni. Il contratto di durata quinquennale prevedeva in totale quasi 24 euro di incentivi a passeggero, compreso il servizio di handling grazie a un favorevole contratto con la società Avio handling. La decisione del Catullo di mettere in liquidazione Avio handling ha messo ancora più in difficoltà Ryanair che avrebbe dovuto servirsi a Verona di una società di handler diversa, con ben altri costi e quindi minore convenienza. Questa circostanza, insieme con la determinazione di rivedere il contratto e appellarsi alla Ue per concorrenza sleale ha lasciato alla fine ben pochi margini di manovra alla compagnia di Mike O'Leary che ha preferito abbandonare il campo. Resta ora da capire come finirà il contenzioso che il 10 ottobre si deve discutere davanti al Tar: la Catullo non versava più gli incentivi, Ryanair non pagava le tasse per avere una compensazione economica e Enac aveva già previsto di tenere a terra gli aerei irlandesi che non versavano i diritti aeroportuali, provvedimento sospeso dal Tribunale. Ma chissà chi ci sarà quel giorno davanti al Tar a Venezia per la compagnia Ryanair, alla quale ieri dal Catullo arrivava un simpatico saluto: good bye, good luck.M. Batt.

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