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ALLE 21 AL TEATRO ROMANO

Basta «Una somma
di piccole cose»
E Fabi è sold out

Il cantautore Niccolò Fabi, stasera al Teatro Romano
Il cantautore Niccolò Fabi, stasera al Teatro Romano
Il cantautore Niccolò Fabi, stasera al Teatro Romano
Il cantautore Niccolò Fabi, stasera al Teatro Romano

È sold-out il Teatro Romano per il concerto di stasera di Niccolò Fabi, e nonostante la messe di concerti in cartellone in questi giorni a Verona, il successo era abbastanza prevedibile. Con il suo ultimo album Una somma di piccole cose, Niccolò è volato al primo posto in classifica, nelle altre date del tour iniziato a maggio ha fatto quasi ovunque il pieno (a Roma, a Milano, a Bologna…), e ormai possiamo dire che con la nostra città il cantautore romano gode di un particolare rapporto di familiarità ed affetto. Ad una frequentazione da sempre ripagata, si sono aggiunti negli ultimi anni pure i concerti insieme ai «compagni di scuola (romana)» Max Gazzè e Daniele Silvestri, in particolare quello in Arena di un anno fa che, a detta dello lo stesso Fabi, è stato per lui un momento di svolta, in cui ha messo meglio a fuoco le sue potenzialità nonché le proprie specificità, quelle che poi lo hanno probabilmente portato alla realizzazione di Una somma di piccole cose, il suo nono album dall’esordio, nel 1997, con Il Giardiniere, che ebbe subito un ritorno notevole dal punto di vista della notorietà e delle vendite.

A quasi vent’anni da quel fortunato debutto, possiamo dire che Niccolò Fabi ha quasi completato un cammino abbastanza peculiare rispetto a molti altri casi. Da fenomeno giovanilistico, legato anche alla sua immagine accattivante (diciamolo chiaro e tondo: soprattutto al gentil sesso, Niccolò è assai gradito anche tuttora che non è più il ragazzo un po’ stralunato di Capelli), è riuscito nel non facile compito di mettere in secondo piano tale fascinosità esteriore rispetto alle qualità della sua musica e della sua scrittura, progressivamente sempre più «robuste» in studio e dal vivo. Ci piace, Niccolò, proprio per la coerenza di questo suo percorso, senza strappi, che sempre più sembra aver privilegiato le sue più intime urgenze espressive alle esigenze del mercato. Insomma, l’uomo oggi è un quarantottenne maturo, che racconta e canta senza fastidiose maschere di tendenza sia il suo mondo interiore (storie d’amore e rapporti, giustamente, superati gli «anta» si vivono in maniera diversa che a vent’anni, solo i Rolling Stones sono al di là delle coordinate spazio-temporali riservate normalmente agli umani…) che quel che vede al di fuori della finestra, come accade ad esempio in Ha perso la città, uno dei brani di maggior impatto di Una somma di piccole cose.

Certo, a cominciare dal titolo che sembra quello di un libro di racconti di Raymond Carver o di David Yates (scrittori americani che, ci scommettiamo, Fabi conosce ed ama), Niccolò sembra continuare a preferire, soprattutto in studio, un certo «minimalismo» che non urla fisicamente né metaforicamente, senza cercare necessariamente di «fare il botto», piuttosto di entrare lentamente ma durevolmente nelle orecchie e nel cuore di un pubblico che, oggi, è transgenerazionale. I risultati gli danno ragione al botteghino e anche nei migliori salotti della critica, visto che il suo precedente album Ecco si era aggiudicato il «Tenco 2013» nella categoria riservata al miglior disco dell’anno in assoluto. E la sensazione è che anche Una somma di piccole cose riceverà quest’anno parecchi consensi. Aprirà il concerto un set di Wrongonyou, ricercato nome d’arte del romano Marco Zitelli, che canta in lingua inglese.

Beppe Montresor

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