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Denunciati

Tredicenne rapinato dalla baby gang: «E se parli ti ammazziamo»

di Alessandra Vaccari
In 48 ore la Polizia locale ha trovato i tre minorenni ritenuti responsabili, ripresi dalle telecamere in piazza Santa Toscana. In casa uno di loro aveva tre pistole e una scacciacani
Le immagini pubblicate da uno dei minori che hanno commesso la rapina
Le immagini pubblicate da uno dei minori che hanno commesso la rapina
Le immagini pubblicate da uno dei minori che hanno commesso la rapina
Le immagini pubblicate da uno dei minori che hanno commesso la rapina

Aggredito per rapina. Minacciato per estorsione. Lui oggi, tredicenne, è terrorizzato. Talmente tanto da aver dato notizie false alla polizia locale, per timore poi di ritorsioni. Così tanto da non essere andato a scuola.

Questa la cronaca di quanto accaduto.  Mercoledì scorso, la vittima, un tredicenne prende il sottopasso di Porta Vescovo. Piove e lui deve andare da un amico dall’altra parte del quartiere. È con altri due coetanei. Tre persone, sono ragazzini, si avvicinano e siccome a lui il cellulare lo avevano già rubato, passa il telefonino agli amici e dice loro di scappare. E infatti i due amici scappano via. E anche questo la dice lunga su come vivano gli adolescenti oggi. Abituati a subire violenza da coetanei delinquenti. Abituati a non denunciare per non subire ritorsioni o divieti di uscire da parte di genitori giustamente preoccupati.

I tre lo perquisiscono, ma lui non ha nè soldi, nè più telefonino. Gli rubano la sigaretta elettronica, poi lo trascinano in vicolo Porta Vescovo e gli rubano le scarpe Nike: «Se parli ti ammazziamo e lunedì torni qui con 150 euro», gli dicono. Il ragazzino torna a casa sconvolto e terrorizzato. Al punto che ai genitori dirà che i suoi aggressori avevano il passamontagna e non li conosce. 

Le indagini

Ma i genitori sporgono denuncia alla polizia locale che recupera le immagini del posto e smentiscono il ragazzino, perchè i suoi aggressori erano a volto scoperto. In piazzetta Santa Toscana ci sono telecamere di ultima generazione, gran parte delle scene sono state riprese.

E poichè uno dei tre aveva dei precedenti risalgono al profilo Instagram e vedono immagini di lui che spara, che fuma spinelli, fa il bulletto stile latinos.

Scattano le perquisizioni, vengono trovate tre pistole, una scacciacani. Tutte sembrano vere, i detective della polizia locale trovano passamontagna, munizioni, droga, 1.400 euro e le scarpe della vittima che nelle ore scorse sono state riconsegnate alla vittima.

La Locale risale ai complici. La banda è composta da ragazzini tra i 15 ed i 17 anni, due sono veronesi, uno cingalese di origine, italiano di seconda generazione. In meno di 48 ore il gruppo viene denunciato. Ma gli atti di indagine non sono ancora conclusi perchè c’è il forte sospetto che questo non sia che uno dei tanti episodi criminali commessi dai tre. E che come in quest’ultimo caso, le vittime per paura non abbiano denunciato.

Il padre della vittima

«Mio figlio non è andato a scuola oggi», ha detto il padre della vittima, «aveva nausea, ma è chiaro che ha paura perchè quelli che sono stati identificati sono ancora qui nel quartiere che stanno a bivaccare sulle panchine. E lui ha paura che gli facciano del male. La mia domanda è se sia normale che dopo quanto accaduto questi girino per strada. Gli inquirenti ci hanno detto che i familiari si sono sorpresi quando sono andati a fare la perquisizione. Ma come? Tuo figlio torna a casa con scarpe non sue e non ti fai delle domande? Hai in casa tre pistole, passamontagna e munizioni e non te ne accorgi? Faccio fatica a crederlo. Io spero davvero che ci sia una giustizia, sono tre minorenni, ma sono pericolosi».

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